La Montagna Grillo e Casaleggio alla prova del fuoco Grillo e Casaleggio si sono imbattuti nella vera prima difficoltà di un percorso dimostratosi finora tutto in discesa. Se Letta ed Alfano rischiavano di regalargli il Paese con una mano, Renzi e Berlusconi con l’altra potrebbero metterli definitivamente fuori gioco. Si tratta, visto la portata del pericolo, di dare prova di sangue freddo ed invece Grillo e Casaleggio sembrano perdere la testa. Intanto la mossa dell’impeachment contro il capo dello Stato, non è solo destinata a mancare il bersaglio ma proprio la scelta di quello sbagliato. Napolitano ha puntato tutto sul governo Letta e l’intesa fra Renzi e Berlusconi ha spiazzato il Quirinale che si ritrova ai margini del quadro politico, più un comprimario che un garante. Le risse a Montecitorio ed ora l’aventinismo, sono controproducenti. Il capogruppo del Pd, Speranza, li accusa di fascismo, Renzi di ostacolo alla democrazia, l’opinione pubblica si chiede se al dunque i 5 stelle siano affidabili. La deriva imboccata dal movimento sembra quella del primo Bossi, la protesta per la protesta che poi ha ridotto la Lega a diventare un comprimario sofferente di Berlusconi. Grillo non si trova nemmeno questa sponda. Se non vuole restare schiacciato in una morsa deve cambiare passo. Elaborare contenuti, affinare la proposta, se non abbassare i toni, mostrarsi rassicurante. Sta facendo il contrario. Su "il Foglio" ieri si leggeva che Berlusconi quando vede Renzi rivede se stesso. Affermazione singolare, quasi che il Cavaliere avesse trovato finalmente un successore, nel campo avverso. C’è un senso, in quanto Renzi è riuscito a fare quello che il Cavaliere poteva solo sperare, scompaginare il campo avversario. Il Pd ha perso l’alleanza con Sel, e messo in mora un gruppo dirigente antiberlusconiano in un colpo solo. Renzi riconosce in Berlusconi il leader del campo avversario, quando i suoi predecessori volevano proclamare Alfano. Se mai la riforma della legge elettorale non passasse, si andrebbe a votare con un "porcellum" corretto dalla Consulta, come vorrebbe Grillo, ma allora l’affinità tra Renzi e Berlusconi diverrebbe politica. Le larghe intese tornerebbero. Se invece passa la riforma, il doppio turno spaccerebbe i 5 stelle ancora più nettamente. Grillo appena entrato in Parlamento ha evocato la Montagna della Convenzione in Francia. Ma la Montagna alla Convenzione radunava la Gironda, i Giacobini, i Cordiglieri. I deputati di Grillo sembrano giusto gli estremisti di Hebert, quando per cambiare la Francia servirono persino i foglianti. Se si vuole evitare la dittatura di un gruppo del 35 per cento, serve un raggruppamento di almeno il 37. Vedano un po’ Grillo e Casaleggio se vale la pena di costruirlo. |